Domenica 27 luglio 2025, alle prime luci del mattino, sarà inaugurato a Sovana il nuovo percorso di visita dedicato alle Tombe Arcaiche di San Sebastiano: un prezioso ampliamento dell’offerta del Parco Archeologico Città del Tufo che restituisce visibilità e dignità a sei sepolture di età etrusca arcaica (VII–VI sec. a.C.) poste in prossimità della celebre via cava. L’intervento si inserisce in un più ampio progetto di riscoperta e valorizzazione, che unisce rigore scientifico, innovazione tecnologica e coinvolgimento del territorio.
Sei tombe, due livelli, duemilacinquecento anni di memoria
Le tombe, disposte su due livelli lungo un modesto terrazzamento e caratterizzate da piccoli dromoi e camere funerarie con banchine e loculi, erano già state oggetto di scavi nel XIX secolo ma versavano da tempo in stato di degrado. Durante l’estate 2024 sono state ripulite grazie all’impegno dell’Associazione Cultura e Territorio (ACT), con la partecipazione degli studenti della B.I.S.A. – “La Biagiola” International School of Archaeology, nell’ambito di una campagna sostenuta dal Comune di Sorano, dalla Coop. ZOE e dall’Unione dei Comuni.
ACT e B.I.S.A.: archeologia, partecipazione, tecnologia e formazione

La vera novità risiede però nel lavoro digitale condotto in parallelo: le tombe sono state oggetto di rilievo 3D con tecnologia SLAM, nell’ambito del progetto P.Lei.Ad.E. – Personal Leisure Advisor Experience. Questo ha permesso non solo di comprendere meglio la loro disposizione, morfologia e orientamento, ma anche di metterle in relazione spaziale con la via cava di San Sebastiano e con le altre strutture sepolcrali della zona.
Tutti i contenuti sono confluiti in un’app multipiattaforma, in arrivo sugli store digitali, che guiderà i visitatori in un percorso immersivo, arricchito da modelli digitali, ricostruzioni e approfondimenti scientifici. La digitalizzazione ha inoltre reso accessibile anche una via cava parallela a quella principale, finora quasi sconosciuta e oggi difficilmente praticabile per via di frane e dissesti. Si tratta, con ogni probabilità, di un antico tracciato romano, che taglia le tombe etrusche e conserva una suggestiva edicoletta votiva, forse databile tra il I e il III sec. d.C., un raro indizio della viabilità antica sul territorio, di cui approfondiremo lo studio in futuro.

Un progetto che unisce Europa, comunità e cultura
Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno dell’Unione Europea – Next Generation EU, nell’ambito del PNRR per la Transizione Digitale degli Organismi Culturali e Creativi, e cofinanziato con i fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, dimostrando come la sinergia tra enti pubblici, professionisti della ricerca scientifica e amministrazioni locali possa restituire al territorio nuove forme di fruizione culturale, capaci di collegare in modo virtuoso il passato con il futuro.


Un piccolo grande passo per Sovana, che continua a rivelare – con delicatezza e rispetto – i suoi segreti millenari.
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